Il Tempio Malatestiano
la vacanza di Marino a Rimini
| capitolo 3 | paragrafo Chiesa dei Malatesti |
“Grazie, splendida Dama, ora può continuare,” ricambiò Marino
“Dunque….Sempre verso il 300 anche Giotto intervenne nell’opera , dipingendo l’abside con un bellissimo ciclo di affreschi, che venne acclamato e ammirato da tutti i pittori locali del tempo.
Poi, nel 1447 il signore di Rimini Sigismondo Malatesta cominciò a costruire una cappella , seguendo la tradizione familiare , sfondando la parete di destra , tra la facciata ed una vecchia cappella ,eretta da un frate del ‘300 chiamato Leontino da Rimini che fu vescovo di Fano dal 1362 al 1388, ma proprio durante i lavori, Sigismondo concepì l’idea di trasformare la struttura, nella Chiesa dei Malatesti.” Marina si arrestò un attimo chiedendo :-“Fino adesso tutto bene?”
“Sì, mi sto immaginando velocemente tutta la storia e posso affermare che sei una ottima guida!”
“Grazie…spero di fare le pause giuste per permetterti di immagazzinare tutti i dati che ti interessano: non mi piace spiattellarti tutta la ramanzina a memoria, che ci viene fatta studiare, ma che poi lascia la persona che ti ascolta, con una moltitudine di dubbi. Anzi, mi raccomando: continua a fermarmi, quando ti stai perdendo qualcosa che ritieni interessante.” confidò la ragazza , che estrasse un foglietto dalla tasca con alcuni appunti scritti , che cominciò a leggere.
“Una iscrizione sulla facciata e alcune iscrizioni greche sui lati , esprimono molto chiaramente i motivi per cui venne realizzato tutto questo. Il testo cita:-“Sigismondo Pandolfo Malatesta, figlio di Pandolfo, scampato ai moltissimi e gravi pericoli attraversati nella guerra italica, per le imprese con valore e con fortuna compiute, dedicava a Dio Immortale e alla città, questo tempio e lo innalzava sostenendone le grandi spese con magnifico animo, lasciando un monumento nobile e santo.”
Marina alzò lo sguardo e notò che Marino la guardava con uno sguardo sereno, come se fosse stata lei stessa a incedere tali iscrizioni e rispose accarezzandogli la guancia.
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